L’estate sta finendo, e un anno se ne va. Sto diventando grande, lo sai che non mi va.
La conoscete tutti, è una vecchia e famosa canzone dei Righeira, tipicamente anni ’80 nel suono e nel testo, ma ha l’incredibile capacità di colpire perfettamente nel segno. Si, perché non è la fine delle ferie il momento più triste del periodo, è il momento del saluto, dell’arrivederci al mare. Quel magone che ti stringe lo stomaco, quel malessere, quel nervosismo inspiegabile, quegli attimi di fretta di voler andare,come se la sabbia fosse incandescente, la voglia di scappare via per non farsi vincere dalle emozioni, e al tempo stesso la necessità di prolungare ancora, quasi a voler assimilare fino in fondo l’ultimo momento, quasi un elemosinare l’ultimo respiro d’estate. Forse sarà il mio essere originario di un posto di mare, i ricordi degli anni passati, dell’adolescenza, dell’infanzia, che aumentano il senso di blues, ma vedo anche i turisti, le persone comunque non marine, con espressioni meste, con un ultimo sguardo languido all’orizzonte, dove mare e cielo si incontrano.
August blues l’hanno chiamato.
Blues perché è triste. È malinconico. È nostalgico.
Blues, perché ogni volta, ogni anno, è unico e irripetibile. Come il mare. Lo sai che potrai tornare mille e mille anni nella solita spiaggia, ma non sarai mai più la stessa. Il mare, in eterno movimento, l’impetuosità delle onde, la forte grazia delle correnti, scoprono e modificano le spiagge. Ma non è solo un fatto fisico. Sai bene, sai fin troppo bene che quello che hai vissuto ora, non lo potrai rivivere, mai e mai piu, sarà sempre qualcosa che può essere simile, ma sarà sempre diverso. È facile da capire,direte. È un ovvietà direte. ogni periodo della vita è diverso. Certo, vi rispondo. Certo, ma cosa lo scandisce meglio, in maniera più lampante, dell’estate, cosa, più del mare? Lo sappiamo ormai, quale è il destino dei prossimi giorni. Un lungo, profondo tramonto. Le giornate che si accorciano, sempre di più. L’aria, che piano piano si rinfresca, giorni di pioggia che si alternano, che si susseguono a volte. È bello il periodo di dicembre, l’arrivo del Natale, la magia che si percepisce nell’aria, negli occhi dei bimbi…ma è solo un momento, breve, in un agonia di mesi tristi, bui, e soprattutto lunghi. L’inverno sta arrivando, dicono gli Stark del Trono di Spade. Un lungo inverno. Tutti gli inverni però, sono lunghi. Sembrano non finire mai, la luce non è mai abbastanza. Poi, dopo lunghi mesi, incominci a intravedere un alba, le giornate si allungano, si riscalda un po la temperatura, fino all’esplosione di colori, profumi e vita che arriva con maggio. Vita, questo da l’estate.
Vita, gioia, profumi, libertà, spensieratezza. E’ come trovarsi liberi dalle catene dopo molto tempo, poter esprimere i propri desideri, dare sfogo alla propria anima.
Ma questo tempo sta per fermarsi, per congelarsi, per qualche mese. Dovranno passare molti giorni, ma poi, senza dubbi, l’estate tornerà.
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