Ritorno a Eurodisney

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Quando arrivi a Eurodisney piangi due volte, quando arrivi, e quando riparti. Forse lo scrissi già lo scorso anno, ma la ripetizione è importante, perché rispecchia proprio la pura e semplice verità.

Se ci fosse stato qualche dubbio nel ritornare a distanza di soli 11 mesi nel solito posto, di rifare più o meno le stesse esperienze, e di avere quasi il rischio di annoiarsi, beh, questa ipotesi svanisce nell’attimo stesso non in cui entri dentro il parco, ma appena ne vedi il cartello nella strada.
L’entusiasmo, la magia, la bellissima sensazione di fanciullezza che provi rimane la solita. È un posto incantato, surreale, magico, ogni preoccupazione, rabbia, malumore scompare. Torni bambino, vivi la stessa atmosfera di incanto che può vivere tua figlia o figlio che sia, e ne vieni pervaso, colpito, affondato. Nonostante tante cose nella vacanza non siano perfette nei minimi termini. Un piccolo disagio nelle cene, itineranti, perché il ristorante dell’hotel non è sempre disponibile a causa di lavori di manutenzione, quindi di volta in volta consumi la cena o la colazione in posti diversi. O il maltempo, il venerdì (e parte del sabato) piovoso poteva estromettere o rovinare le cose, ma basta organizzarsi con qualche poncio e un ombrello e sei scattante e operativo per fare le giostre che vuoi.
E riesci anche a scoprire cose veramente ganze che l’anno prima non avevi potuto fare per mancanza di tempo, o ripetere cose già fatte, ma repetita juvant.
Bellissima Crush Coaster, una montagna ruasa a bordo di un guscio di tartaruga, forse non per una bimba di sei anni ma è comunque sopravvissuta bene, o le Big Mountain Thunder, altra montagna russa all’altezza, e più fattibile per quell’età. Veramente sopra gli scudi Rock’n’roll Coaster starring Aerosmith, un entrata da museo del Rock con chitarre e piatti autografate da grandi artisti come U2, BB King, Sting, Pearl Jam ecc ecc, con la montagna russa accompagnata dalla musica degli Aerosmith a palla, e Star Tours, una giostra in 3d in cui affronti 1 fra 50 missioni stellari negli scenari conosciuti negli anni da noi fanboy.
Decisamente interessante anche Studio Tram Tour: behind the magic, in cui fai un tour all’interno degli studio, con visione diretta degli effetti speciali e la loro realizzazione. Altra nota di merito, un attrazione che dall’esterno sembra piuttosto anonima ma che in realtà nasconde un piccolo tesoro, Is a Small World, una barchetta che si muove tra le bambole che riproducono tutti le nazioni del mondo, veramente carino e toccante.
E poi c’è Disney Dreams, che come ogni anno regala emozioni uniche in un esplosione di immagini, musica, luci e effetti speciali, superlativo ancora una volta.
La nota dolente c’è, per forza di cose. E la nota dolente è che devi ripartire, è la sensazione di distacco, di abbandono, di nostalgia immediata nel dover tornare alla routine. Qualcosa del genere lo provi in occasione di qualsiasi rientro da qualsiasi parte del mondo, ma qui è diverso, e non è un luogo comune, è che qui è davvero tutto cosi magico, che sembra di essere davvero nel paese dei balocchi, senza il rischio di diventare ciuchino però..e allora ti viene voglia di tornare,ad ogni costo.
Ci rivedremo prima o poi Topolino, ci rivedremo. È una promessa.
Grazie ai poderosi mezzi tecnici, posso condividere con voi preziosi contributi video dei momenti topici della vacanza.
Innanzitutto la divertente e coinvolgente parata pomeridiana dei personaggi Disney, uno degli appuntamenti più importanti nel programma giornaliero.
Non poteva mancare lo spettacolo ai Disney Studios di Mickey the Magician, vincitore nel 2016 del premio europeo come miglior spettacolo per la categoria over 3 milioni di spettatori (tremilioni!)
E per concludere, la famosa Disney Dreams, il momento conclusivo della giornata, che sancisce la chiusura del parco.
Per chi invece desidera anche delle foto, beh, non sono molte, ma le trovate qui.
P.S.: si dice che i tedeschi siano antipatici, gli inglesi scostanti, i francesi snob e gli italiani siano chiassosi. Tutto abbastanza vero, ma non dimentichiamoci gli spagnoli, duole dirlo, ma maleducati come pochi, peggio delle cavallette, un invasione fastidiosa, rumorosa, e, appunto, maleducata.
Saluti dal Brucaliffo
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