Londra, primi ‘800. Siamo nel periodo storico delle prime avvisaglie della guerra anglo-americana per l’indipendenza delle colonie. Durante una funzione funeraria, un uomo entra in chiesa e si va a sedere su una delle prime panche. I presenti, tra lo sbigottimento, la curiosità e il timore, cominciano a mormorare tra di loro. Tra questi, anche …., la sorellastra, e il suo marito…. Il nuovo arrivato, James Delaney, è il figlio dell’uomo passato a miglior vita, Horace Delaney, un ex commerciante e avventuriero benestante, morto quasi in follia in circostanze misteriose., con la sola compagnia del fedele servitore ….
Alla successiva apertura del testamento, il redivivo James, scomparso da tanti anni senza dare più notizie di se,con un torbido passato tra l’Africa e il Sud America, riceve in eredità gli averi del padre, tra cui la casa di famiglia, e la proprietà di una striscia di terra in Nord America, la Baia di Nootka in Canada, porto strategico per i commerci di tè con la Cina.
E questa banale, fortunata striscia di terra sarà il fulcro principale della storia, il leit motiv di tutta la serie.
Questo possedimento, era infatti già nelle mire sia del principe reggente, sia da parte della Compagnia delle Indie Orientali, interessate entrambe le parti agli enormi benefici economici e strategici del commercio con l’Oriente. Saranno vani i tentativi di acquisto, il nostro protagonista infatti rifiuta qualsiasi offerta dei contendenti, ben conscio del valore reale della Baia.
Inizia cosi un complicato gioco di forza tra i tre, tra intrighi, tentativi di omicidio, tradimenti e ricatti, che vedrà Delaney giocare sfrontatamente al gatto con il topo con entrambi gli schieramenti, supportato dagli americani presenti a Londra e dai loro simpatizzanti, favorevoli a tener lontani i rivali inglesi dal loro paese.
La trama s’infittisce sempre di più, con la comparsa di una vedova, per il rapporto morboso e ambiguo con la sorellastra, la gelosia del di lei marito, e altri personaggi dei bassifondi, con cui Delaney ha frequentemente a che fare. Ulteriori elementi di mistero sono introdotti dal passato del protagonista, allucinazioni o ricordi, tra riti voodoo e stregoneria, navi che affondano, con il loro carico di schiavi.
Ecco, forse il lato più debole della serie è l’eccessivo alone di mistero intorno al personaggio, non sono chiari alcuni passaggi, altri sono spiegati molto frettolosamente, riguardo il suo passato, soprattutto nella parte di vita in cui era “assente”. Può darsi che sia un escamotage per infittire la trama, o per avere materiale fresco per una seconda stagione, o forse per lasciare libertà di interpretazione allo spettatore, fatto sta che tutto questo detto e non detto non aiuta molto nel delineare il personaggio, che di sicuro non è il classico eroe, anzi, ha moltissime accezioni negative. E’ senza scrupoli, sanguinario, animalesco, non fa niente per risultare simpatico, è un manovratore.
Il protagonista assoluto della serie è Tom Hardy, che ovviamente impersona James Delaney. E quando dico assoluto, è proprio assoluto. E’ debordante, riesce a infondere una spiazzante freddezza al protagonista, come se fosse al di là del bene e del male. Ha il suo scopo, e intende raggiungerlo, tutto il resto è contorno. Assomiglia un po al Max Rockatansky di Mad Max Fury Road, da cui mutua anche gli occhi a pazzo. Un altra ottima prova.
A fargli da contraltare un bel manipolo di attori caratteristi, la maggior parte dei quali già conosciuti sul grande e sul piccolo schermo. Tra i più famosi, Tom Hollander, Michael Kelly, Stephen Graham, Jonathan Pryce, Christopher Fairbank e Franka Potente. Oltre ad un ottimo stuolo di attori, la serie vanta anche una bella fotografia, scura, decadente, di quelle che ti fanno vivere una Londra sporca, crudele e pericolosa.
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