Ecco, in questo caso si può dire che è un film che fa parlare di sé.
Leggendo qua e la opinioni,commenti e recensioni, non ce ne sono due che combaciano. Sicuramente, ha spaccato in due i fan e comunque chi fan non lo è ma ha guardato lo stesso la pellicola.
E i motivi sono tanti, che hanno causato questo spaccamento, e la cosa bella, e divertente, è proprio che sono diametralmente opposti.
C’è chi dice che è il remake di episodio 5, e quindi esalta la continuità dello spirito o chi lo accusa quasi di plagio.
C’è chi dice che è completamente distante dalla saga originale e dalla seconda trilogia, e quindi se ne dispera gridando al tradimento, o se ne rallegra per l arrivo di un punto di svolta, di rinascita.
C’è chi dice si, c’è chi dice no.
Io dico peccato. Peccato, perché con poco in più (o forse meglio, in meno), sarebbe stato sicuramente nel podio degli 8 finora usciti. Peccato, perchè il ritorno alla regia di J.J. Abrams per il nono e conclusivo capitolo un po’ mi turba, avrei preferito a questo punto la cosa continuasse con questo Rian Johnson che tutto sommato si è saputo destreggiare bene. Oh, mica voglio togliere niente al grande J.J., ma diciamo che tra episodio 7 e 8 ho preferito questo, come ritmo e regia.
Ovviamente non è immune da errori, ma cavolo, ci sono almeno 4/5 momenti grandiosi, memorabili, per la saga.
Lo considero forse un po troppo lungo e soprattutto nella seconda parte, troppo gremito di cosiddetti colpi di scena e rovesciamenti di fronte.
È pervaso da un umorismo troppo teen, ma, come ho detto anche agli altri membri del MiniFisto Team, non credo sia da imputare all’acquisizione da parte della Disney (che potrebbe sotto intendere quindi un allargamento della saga ad un pubblico più vasto, eterogeneo, e in generale, per diventare piu un evento acchiappa soldi in stile cinepanettone, che tanto, già lo era), quanto piuttosto un adattarsi allo spirito del tempo, una naturale evoluzione dalla ironia spaccona della prima trilogia, proseguita in maniera più netta nella seconda, e sicuramente più esposta in questa terza sequenza di film. C’è una scena che potevano evitare o comunque rendere meno esasperata (si, quella dell’attacco alla ammiraglia della Resistenza).
Però come critiche profonde mi fermo a queste.
Sono i punti di forza che prendono il sopravvento e me lo rendono una buona visione. Non ottima, ma sicuramente sopra la media degli ultimi 5 episodi (1,2,3,7,8).
Attenzione Spoiler di qui in avanti.
Dicevo, ci sono dei momenti veramente grandi.
Innanzitutto, la scena del disperato tentativo di salvare i gusci di salvataggio della Resistenza da parte della ammiraglio Holdo, sacrificandosi a velocità luce contro la flotta degli Stardestroyer del Primo Ordine. Niente di esagerato a livello di botti, una semplice immagine a campo lungo, emozionante, triste e silenziosa.
E oltre a questa, alcuni momenti riguardanti la Forza.
Finalmente è rappresentata come quello che è davvero, cioè quella essenza che nasce dalla comunione di cose, esseri viventi e non. Un energia pervasiva, frutto e radice di un sistema complesso.
E dicevo,finalmente, non serve solo per spostare cose, soffocare o combattere.
E dare spazio alla Forza in maniera più ampia, è emozionante, quasi commovente per la soddisfazione che si prova.
E quindi, Luke, sull’isola sacra, la spiega a Rey, durante il suo addestramento, e noi spettatori la visualizziamo,nel ciclo della vita, nella divisione tra Luce e Lato Oscuro. Seguire la strada difficile, virtuosa del lato chiaro, o farsi travolgere dalle tentazioni, dalla rabbia, dal tormento, e cedere cosi al Lato Oscuro, come rischia di scivolarci Luke quando si rende conto della pericolosità dell’animo di Ben Solo, come rischia di scivolarci Rey, alla disperata ricerca di notizie sulla sua famiglia. La stessa dualità che colpisce anche Ben Solo/Kylo Ren, combattuto tra il pentimento e l’odio.
Ed ancora, Rey e Kylo grazie alla Forza, entrano in contatto, in maniera forte, si vedono, comunicano mentalmente e visualmente, in un modo che le pellicole non ci avevano mai mostrato, e che è ben messo in scena, con un uso di colori e fotografia molto convincente e soddisfacente.
E dulcis in fundo, la usa Luke, dopo anni e anni che si era chiuso in se stesso, arrivando a trasfigurarsi ad anni luce di distanza, elevandosi ad una potenza nell’uso della Forza tale da essere assorbito da essa, come solo Yoda, Anakin e Qui Gon Jin prima di lui.
Era ora che Luke mostrasse veramente il suo ruolo e la sua possenza, e che superasse il suo fallimento, come zio, come maestro jedi di Ben, il figlio di Han e Leia, probabilmente portato dagli eventi, dai fallimenti altrui (genitori, maestro jedi) a passare nella via oscura.
“Siamo il terreno sui cui cresceranno: questo è il vero fardello dei Maestri.” come dice Yoda, ad un intorpidito Luke.
Sono questi i lati di forza di un film fatto bene, un ottimo intrattenimento, con delle basi solide, come le radici dell albero degli Jedi. solide come la speranza nei cuori dei nostri eroi, che non si arrendono di fronte alle difficolta, la speranza negli occhi di un bambino, schiavo, ma, pervaso dalla Forza che si affaccia a vedere le stelle, la speranza di un capitolo conclusivo degno, coraggioso e valido come si merita questa saga.
Che la Forza sia con te, Principessa Leia
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