Non è proprio Natale, giusto un paio di giorni dopo, ma ,tant’è, nemmeno i Re Magi furono puntuali, quindi perché avremmo dovuto noi? Che poi, un po Re Magi siamo…Vabbe, siamo sei, non tre, quindi si raddoppia. E uno un po’ colorato ci s’ha anche noi.
L’appuntamento è per le 18:30. Arrivo una manciata di minuti prima, parcheggio, e esco di macchina. L’aria è satura di umidità, dopo la pioggia del giorno. Un vento forte, di burrasca, mi costringe a tirare più su la cerniera del parka. Percorro via Lombroso, giro in Corso Italia, la strada, complice la serata non amichevole, è quasi deserta, incrocio pochi altri passanti. Mi fermo a comprare le sigarette, la serata sarà lunga, e ho il tempo necessario. Continuo fino al luogo d’incontro, il Liz Bar, sbircio dentro, non c’è nessuno dei miei altri solidali. Sono arrivato per primo, alla faccia di chi mi dice che sono sempre in ritardo. Accendo una sigaretta, nell’attesa. Passano pochi minuti, e spunta all’orizzonte il primo figuro, lo Janne. Il tempo di un saluto veloce, ed ecco arrivare anche Fatonji. Possiamo tranquillamente iniziare ad avvicinarsi al bancone. Dopo un iniziale indecisione sul da bersi, di comune accordo optiamo per un primo giro di Negroni. Un sorso tira l’altro, e arriviamo alla fine del primo giro. Giusto nel momento, ecco arrivare la Jacobs, ospite improvvisata direttamente dalla Svizzera, per un aperitivo e due chiacchiere dopo tanto tempo. Alla spicciolata arrivano gli altri membri del minifisto team, Apu, il Chiocciola e l’extracomunitario del gruppo, l’uomo dai due passaporti, il cittadino del mondo, Gettons, ovviamente per ultimo, tanto per non smentirsi. Il numero di aperitivi ovviamente cresce di conseguenza, fra una chiacchiera e l’altra.
Si arriva all’ora della cena, salutiamo l Elisa, e ci avviciniamo verso il ristorante. Apu, recupera il suo potente mezzo di trasporto, per non lasciarla troppo incustodita, e percorriamo i 4 metri di distanza che ci sono dal bar alla Taverna. Il locale, uno dei più conosciuti e validi in Piombino, è quanto di meglio si può desiderare per una cena come questa. Un impronta formale, ma in realtà un ambiente assolutamente conviviale, accompagnato da un ottima cucina. Sbocciamo una buona bottiglia di vino, ordiniamo i nostri piatti, e ci buttiamo nelle più classiche conversazioni tra amici. Il tempo passa in fretta, e dopo il trittico dolce-passito-caffe, arriviamo al momento del conto e del primo saluto. Il povero Janne, provato da una dura giornata di lavoro, è il primo ad abbandonare il sodalizio. Purtroppo l’indomani ha da affrontare un ulteriore giornata di sudore e sacrificio, e non riesce a tenere gli occhi aperti.
Noi altri, per tenere alto anche il suo onore, decidiamo di cambiare bar ma continuare nella più nobile delle arti. È il turno del Big Ben, non quello a Londra, nonostante il maltempo, molto british, ci costringa a spostarci dentro al locale. Tra un whiskyno e una birra si fa una certa, ci guardiamo intorno, la compagnia di un tossicodipendente con cane al seguito non ci pare delle migliori, e quindi, a malincuore, ma soddisfatti, ci salutiamo e diamo appuntamento alla prossima occasione, alla prossima riunione del Minifisto team
Buon Natale
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