
Come dicevo, è una pietanza tipica americana, dell’Arkansas per la precisione, d’altronde si sa, gli americani hanno una passione incredibile per il grill e replicare alcuni loro piatti è fattibile.
Come ogni cottura indiretta, è possibile anche utilizzare un forno elettrico, se ventilato. Fortunatamente, quello che ho in casa è un forno ventilato, quindi già metà difficoltà era superata.
Altri elementi essenziali per una cottura top, sono l’affumicatura, purtroppo non replicabile in un forno elettrico, e un termometro a sonda, per monitorare costantemente la temperatura del dispositivo di cottura e soprattutto della carne. Infatti è consigliabile raggiungere una determinata temperatura per evitare una eccessiva disidratazione e di conseguenza carne stopposa e secca.
Per aiutare nella cottura, il Beer Can Chicken va posizionato sopra una lattina di birra aperta, o un apposito supporto, anche questo facilmente reperibile su Amazon a pochi euro.
Quindi, appena rientrato a lavoro, mi metto all’opera.
Prendo questo bel polletto da 1kg, e lo inumidsco con un po’ di olio, per poterlo poi massaggiare con un rub di spezie (sale, pepe, aglio in polvere, paprika dolce, Raz e un poco di zucchero di canna) sia all’esterno che all’interno. Fatto ciò, va avvolto nella pellicola e messo a riposare in frigo per un paio di ore circa. Il tempo era limitato, quindi nel mio caso è stato a ghiacciare solo poco più di un ora. Passato il tempo necessario, va inserito sul supporto, nel frattempo riempito di birra Guinness e qualche fogliolina di erbe aromatiche (origano,maggiorana, rosmarino e timo), e posizionato nel forno preriscaldato a 170°, con una sonda nel petto e l’altra libera per tenere sotto controllo entrambe le temperature. Ad accompagnare il pollo, delle patate e cipolle al cartoccio come contorno.
Dopo circa un ora, suona la sonda del pollo, non appena arrivata ai 72° richiesti.
La carne è praticamente pronta, ma per la giusta soddisfazione, va resa croccante la pelle. Per farlo, il forno va sparato per 10 minuti (o fino agli 82°) a 250°, previa però un ulteriore veloce spennellata di olio.
Dopodiché, buon appetito.
Come innaffiatura, ho aperto un Ciliegiolo Intufo di Pitigliano.
Foto della preparazione
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