Nosferatu, Il Principe Della Notte – 1979

Nosferatu di F. W. Murnau è uno dei capisaldi del cinema mondiale, trasportando il regista e l’interprete del Conte Orlock di Nosferatu (che sarebbe il Conte Dracula per problemi di diritti) Max Schreck direttamente nel mito, per questo film horror muto, siamo nel 1922, così inquietante e affascinante.
Nel 1979, Werner Herzog ne fa un remake, anzi per meglio dire, ne fa un suo remake, visto che cambia un po’ alcuni elementi, soprattutto di poetica più che di trama. Innanzitutto la regia e la fotografia sono tipiche del regista bavarese, con quello stile quasi documentarista di ripresa, soprattutto negli esterni, in cui la persona non è il protagonista principale della scena, e poi la colonna sonora è molto particolare, quasi “leggera” rispetto al tema e alle immagini che accompagna. E poi c’è Kinski. Laddove Schreck era il non morto spietato, infernale, di pura ferocia predatoria, Kinski lo rende più “umano”, ugualmente dispensatore di morte e dolore, ma con un velo triste negli occhi, quasi fosse addolorato della sua natura demoniaca, ma senza segni di pentimento, oppure quando Dracula a succhia il sangue a Lucy, è come un bambino,sia nell’espressione che nella suzione. Oltre al folle attore istrionico, nel film troviamo una bellissima Isabelle Adjani nel ruolo di Lucy, di cui si invaghisce il Conte, e Bruno Ganz, altro talento tedesco, in quello di Jonathan Harker. Altri momenti di forte impatto e simbolismo sono la danza in piazza tra le bare degli ultimi sopravvissuti,e l’ultima cena dei condannati dalla peste, con una tavola imbandita,  e poi lo stacco d’immagine e la camera va su un nugolo di topi sulla stessa tavola, l’amaro e crudele finale.
Era necessario un remake? Forse no. Ma questo è ben riuscito, aggiunge qualcosa di diverso, di molto diverso, senza stravolgere troppo.


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