Soul – 2020

Colpaccio della Pixar Disney, che finalmente, dopo diversi anni, riesce a tirare fuori un prodotto trasversale e soprattutto di alta qualità in tutti i comparti. Dal 2010 ad oggi (anno di uscita di Toy Story 3) solamente Coco e Inside Out erano ad un discreto livello, sia come storia che come possibilità di toccare corde anche per gli adulti, fino a questo Soul, che è finalmente un bel film che può essere naturalmente di gradimento per bambini ma anche con spunti importanti per i più grandicelli. La trama vede come protagonista Joe, un uomo di mezza età, insoddisfatto, triste e pieno di rimpianti, con un sogno irrealizzato di diventare un musicista jazz, che continua a rincorrere nonostante i mille fallimenti e una cronica tristezza e insicurezza che monta sempre più. Tutto fino al giorno in cui riesce ad ottenere un ingaggio per una serata, ma inavvertitamente, ha un incidente e la sua anima, anziché farsi portare verso l’aldilà, si ritrova nel antemondo, dove conosce “22”, un anima che non vuole nascere, e altri personaggi. Nel corso della storia, impara a riconoscere le proprie debolezze e le proprie priorità, oltre a realizzare che i propri sogni non devono diventare ossessioni. Dal punto di vista tecnico è veramente stupendo, soprattutto nella realizzazione di New York e nei dettagli degli altri mondi, oltre a quello che pare un chiaro omaggio alla tecnica di disegno di Bozzetto e le sue linee. Ha delle musiche perfette, a cura niente popò di meno che di Trent Reznor, che starebbe alla Disney come Dracula alle vergini, e soprattutto ha una parte emozionale molto ben indirizzata e ben focalizzata, sotto la direzione di Pete Docter, che ha all’attivo due statuette (Up e Inside Out) e altri ben 8 nomination.
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