Rising From The Silence – Dark Quarterer

Da marzo 2020, come tutti sappiamo benissimo, siamo dentro a un pandemia che limita fortemente spostamenti, libertà varie e fruibilità di eventi con pluralità di persone, che siano attività sportiva collettiva, concerti, cinema e teatri. E come purtroppo era prevedibile, stanno vivendo un periodo parecchio buio. I Dark Quarterer, sono una band storica, di estrazione heavy metal/Epic metal/progress, originaria di Piombino e attiva dagli anni 70/80, e nonostante alcuni aggiustamenti e cambi di formazione dovuti a degli abbandoni (Francesco Sozzi alle chitarre per SandroTerzetti che a sua volta aveva sostituito Fulberto Serena) la line-up è rimasta nel resto immutata, con Gianni Nepi al basso e voce e Paolo Ninci alla batteria, e l’aggiunta di Francesco Longhi al piano e tastiere.. La carriera quarantennale del gruppo vede al suo attivo 7 album in studio, di cui Pompei è l’ultimo arrivato, pubblicato nel Novembre 2020. Essendo un gruppo fortemente orientato verso i live (purtroppo soprattutto all’estero, visto che la tipologia di musica in Italia non riscontra lo stesso successo che in altri paesi europei) hanno approfittato di questo momento di difficoltà generale di eventi live per organizzare un concerto nel Teatro Cinema Metropolitan della loro città, per poi passare lo stesso in streaming appoggiandosi alla piattaforma Bandcamp e devolvere il ricavato alla struttura, di modo da aiutare economicamente tramite questo crowfunding.E era difficile non aderire, visto anche il risibile costo del biglietto (offerta minima 5€). Quindi ne ho approfittato per godermi di queste belle sei canzoni ispirate alla distruzione di Pompei.Come tutti i dischi precedenti, la creazione dei testi e musiche avviene in forma di concept album, attraverso ricerca storica e poetica su eventi o personaggi della storiografia o dell’epica.

La tracklist:
1 – Vesuvius
2 – Welcome to the day of dead
3 – Panic
4 – Plinius the older
5 – Gladiator
6 – Forever

Dal punto di vista musicale, sono ovviamente molto complessi e impegnativi, ma nel contempo si fanno apprezzare per la ricercatezza e i virtuosismi, inserendoti nel contesto che vogliono ricreare. Nella mia piccola conoscenza del gruppo, questo Pompei si aggiunge agli storici War Tears e Etruscan Prophecy, fermo restando la volontà di recuperare anche gli altri album di studio.


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