Violent Cop – 1989

È il primo film di Kitano, noto al tempo come comico, alla sua prima esperienza con violenza e malavita. E qui violenza ce n’è tanta, dalla prima all’ultima scena. Non è necessariamente una violenza sanguinosa e esposta, anche se non mancano sparatorie e pestaggi. È anche una violenza nascosta, insita nella vita di Tokyo, come se fosse ormai un tratto comune e ineluttabile della città. È la sia accettazione, la rassegnazione alla violenza come qualcosa di sistematico e necessario, che rende il film così violento. Takeshi Kitano da vita a Azuma, un commissario della polizia (il suo unico ruolo in tal senso, di solito è sempre qualcuno della Yazuka, l’altra parte della barricata), che vuole sgominare un giro di droga e malaffare, utilizzando qualsiasi metodo possibile. La pellicola nelle intenzioni ricorda molto i film occidentali degli anni settanta, quelli dell’ispettore Callaghan e i poliziotteschi italiani, per capirci, non solo per lo svolgimento e l’idea di personaggi sporchi e cattivi, ma anche per la presenza di una colonna sonora martellante e azzeccata. Pur peccando nell’originalità,ha qualcosa di più nella fotografia e utilizzo delle luci, creando dei giochi di luce e buio molto significativi.
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