Crooklyn – 1994

QSpike Lee è Spike Lee, non ci sono seghe. Nella sua carriera altalenante per quanto riguarda i successi al botteghino, il suo stile registico è perfettamente riconoscibile e personalmente mi piace tanto, quindi sono di parte, ma mi è sembrato strano che questo Crooklyn sia stato un flop. È un film molto autobiografico, scritto insieme alla sorella minore Joie e il fratello Cinquè, e si vive la famiglia composta da Troy, la bambina di 9 anni principale protagonista, dai suoi quattro fratelli (in cui uno, l’occhialuto e sfegatato tifoso della squadra di basket New York Knicks, è chiaramente riconoscibile lo stesso Lee da bambino), e dai genitori Carolyn (Altre Woodard), la madre insegnante, e Woody (Delroy Lindo) il padre pianista jazz, nell’allora ghetto di Brooklyn, tra miseria, piccoli furti e spacciatori. Il film è carino, una commedia drammatica che soffre un po’ l’assenza dello storico direttore della fotografia Ernest Dickerson, passato alla macchina da presa proprio prima di questo film, e si vede come Arthur Jafa tenti di riproporre lo stesso stile senza però avere la stessa riuscita, ed ha le caratteristiche tipiche della regia di Spike Lee, come la ripresa di un attore sopra il carrello della camera in movimento, con lo sfondo che si allontana velocemente e sfuma via, i colori brillanti e le riprese in piani medi, oltre ad una forte e costante presenza di musica che spesso è pari o superiore alla voce degli attori. Sicuramente inferiore ai suoi, per me, capolavori Fa La Cosa Giusta, Inside Man o La 25° Ora, ma comunque piu che fruibile.
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