Nel New Jersey, 1952,Sam Fabelmans è un ragazzo ebreo che scopre una grande dote per il cinema e per le riprese video, incoraggiato in questo dalla madre Mitz (Michelle Williams), anche lei con spiccate doti artistiche nella danza e nella musica mai sfociate a pieno, mentre il padre Burt (Paul Dano), razionale e dotato programmatore di calcolatori, tende a sminuire la passione del figlio. La famiglia, composta anche da altre tre figlie, si scopre nel frattempo piuttosto disfunzionale e molto più che bizzarra. Nelle varie vicissitudini, si sposteranno prima a Phoenix e poi in California, dove il giovane potrà finalmente coronare il suo sogno nel cinema. Il film in parte autobiografico, e dedicato da Steven Spielberg ai propri genitori, alterna momenti più leggeri e delicati ad altri più drammatici, ed è una vera e propria dichiarazione di amore verso il cinema da parte di Spielberg, uno dei più grandi cineasti della storia del cinema e dimostra anche in questa occasione quanto possa essere ancora figura di spicco quando trascende da certe stucchevoli forzature di esaltazione patriottica, riuscendo a confezionare una pellicola si agiografica e sull’american dream di terra delle possibilità ma comunque tenendo un tono quasi favolistico ma equilibrato. Da segnalare anche un divertente cameo di David Lynch.