Ripescato dopo innumerevoli anni questo film di De Palma tratto dall’ omonimo primo romanzo edito da Stephen King, che andrà a breve in rilettura perché è ancora più tempo che non lo leggo. Carrie è una liceale timida, silenziosa, succube di una madre fanatica religiosa, una ragazza per lo più invisibile ai suoi compagni che, anzi, la bullizzano e sbeffeggiano. Quando durante una doccia dopo l’ora di educazione fisica le viene per la prima volta il ciclo, inconsapevole di ciò che le sta accadendo, ha una crisi di panico e subisce l’ennesima da parte delle compagne, e solo l’ intervento forte della insegnante, con punizione alle bulle, risolve la situazione, provocando però un odio rancoroso da parte della leader del gruppo, Chris. Sue, una delle ragazze del gruppo, si pente delle sue azioni e cerca di farla inserire nella vita sociale scolastica. Ma Carrie, con l’ arrivo delle mestruazioni, ha ricevuto in dote anche un potere telecinetico.De Palma ci porta per mano in uno dei migliori romanzi dello zio, con una pellicola sostanzialmente triste e dolorosa, con le grandi interpretazione di Sissy Spacek nel ruolo di Carrie ed una terribilmente odiosa Piper Laurie in quella della psicopatica madre Margareth. Nel cast sono presenti , in piccoli ruoli, ma non marginali, anche un giovane John Travolta e William Katt. Ci sono almeno due scene magistrali nel film, subito in apertura, la scena delle docce, che passa da un tocco quasi morboso ad un incubo ad occhi aperti, e la scena del ballo, meravigliosa, di una dolcezza disarmante che poi si trasforma, letteralmente in un bagno di sangue, per un terribile e tragico scherzo orchestrato da Chris.
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