Nella trilogia di Sollima su Roma e la criminalità, questo film, ispirato dall’ omonimo libro di De Cataldo, è la parte centrale, dopo le vicende di Romanzo Criminale (sviluppato come serie, non il film di Placido) e prima di Adagio, che ne rappresenta la chiusura del cerchio. Curiosamente, anche Suburra è diventata una serie, e uno dei registi è lo stesso Placido, un vero e proprio scambio di creazioni. In questa pellicola, ambientata nel 2011, si incrociano le vicende di vari personaggi criminali, dal “vecchio” Samurai (Claudio Amendola), all’arrogante e spavaldo ostiense Numero Otto (Alessandro Borghi), fino al sinti Manfredi Anacleti, di Malgradi (Pierfrancesco Favino), un deputato colluso e corrotto, e Sebastiano (Elio Germano), borghese arricchito che organizza feste di ogni tipo. Una delle notti trasgressive di Malgradi con due escort avrà conseguenze tragiche e sarà l’ evento scatenante di un esplosione di violenza e sangue, il tutto mentre potrebbe aprirsi una grave crisi di governo e, al contempo, il Papa e tutta la Chiesa va incontro ad un evento imprevisto e mai accaduto. Film violento, forte, con un nell’intreccio narrativo , non mi è piaciuta molto la fotografia che ho trovato un po’ troppo televisiva, ma nel complesso un bel film.
Leave a Reply