Quando Tim Burton faceva il Tim Burton, prima di cadere in quel grande buco nero di perdita di autonomia autoriale che sono i film su commissione della Disney, sfornava poesia e magia ad ogni pellicola. Alcune più iconiche, altre meno, alcune più apprezzate dal grande pubblico altre meno, ma nonostante tutto erano sempre suoi film, nel senso stretto dei termini. Anche questo Ed Wood, il meno gotico e più “normale” tra le sue opere da regista, ha quel tocco e quella poetica tipica del buon vecchio Tim. Abbiamo qui la storia (romanzata ma vera) di uno dei più grandi pessimi registi della Hollywood degli anni 50, Ed Wood appunto, che riusciva con una fiducia smisurata nei propri mezzi a farsi finanziare film che erano incontrovertibilmente brutti ma, rivalutati a distanza di decenni, riescono a fare il giro e farsi poi apprezzare, ingaggiando nel suo staff tutta una serie di perdenti (omosessuali, vecchi divi ormai vetusti e tossicodipendenti, attorucoli di serie D, imbonitori ciarlatani) che costituivano qualcosa di molto simile ad una carovana di freak. La prima collaborazione con Johnny Depp nel ruolo principale e con Danny Elfman in quello di compositore della colonna sonora dà vita a un film delizioso e divertente, leggermente grottesco e molto vintage, ricostruendo e sicuramente abbellendo il periodo storico di riferimento. Il cast a supporto del protagonista è di livello, con un grande Martin Landau che si cala in maniera potente nei panni di un vecchio Bela Lugosi, che nei suoi ultimi anni di vita ritrovò un pur se fugace splendore grazie al giovane Wood, legandosi in una sincera e profonda amicizia, Bill Murray, una magnetica Patricia Arquette, Sarah Jessica Parker, la sua compagna del tempo Lisa Marie (vizietto che Burton non ha mai perso, quello di infilare le sue fidanzate nei film) e l’ altra costante presenza Jeffrey Jones. Nonostante sia praticamente una sorta di biopic riesce comunque a tenerti interessato e coinvolto nella visione,
Ed Wood – 1994
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