Un Carpenter inedito, che abbandona la sua comfort zone di genere per dedicarsi ad un film si di fantascienza ma di base romantica. Una notte, in seguito all’ abbattimento di un ufo da parte dei militari americani, un entità fatta di luce entra nella casa di Jenny (Karen Allen), e assimilando immagini e dati genetici del defunto marito Scott (Jeff Bridges) ne diventa una copia esatta. L iniziale terrore e sospetto della donna piano piano si sciolgono nel viaggio che affronteranno insieme per riportare lui in Arizona, al Meteor Crater, dove la sua gente verrà a prelevarlo per riportarlo a casa. La innata indole pacifica dell’ alieno, ha messo a repentaglio la sua vita rispondendo ad uno degli appelli di amicizia mandati dall’ umanità nello spazio attraverso le sonde Voyager decenni prima. Il film, con i classici effetti speciali molto artigianali che ad oggi possono fare sorridere, ha molto in comune con il più noto e precedente, almeno a livello di uscita in sala, ET, anche se la prima sceneggiatura era stata partorita in contemporanea, ma ha subito più di un abbandono registico prima dell’ arrivo di Carpenter. Pur non avendo le caratteristiche politiche e sociologiche classiche della sua poetica, non mancano frecciatine contro il militarismo e la stupidità dello stato maggiore e politico statunitense, che vedono in una minaccia da abbattere e dissezionare tutto ciò che viene dall’ esterno, anche se a conti fatti può risultare un po’ senza mordente e leggero, pur restando comunque un film piacevole.