Per Disney è la volta dei sequel, in questo caso alla ricerca della fan base del successo del 2016. Torna quindi Vajana (Moana in originale, ma probabilmente il mercato italiano aveva paura di deludere le aspettative dei nostalgici della vera, insostituibile e non dimenticata Moana), torna Maui, coadiuvati da vecchi e nuovi compagni di viaggio.Lo scopo della coraggiosa navigatrice polinesiana, questa volta, è di trovare Motufetu, una mitologica isola affondata centinaia di anni prima da Nalo, un malvagio Dio nemico degli uomini, isola che era un punto di riferimento per l’ incontro tra popolazioni diverse e la cui assenza comporterà, prima o poi, l’ estinzione delle varie popolazioni.Il film di animazione ricalca un po’ la struttura del primo, ma nonostante una possibile conclusione è abbastanza chiaramente una pellicola di raccordo per un terzo episodio che infatti, nelle scene post credit, è ampiamente manifesto. La Disney svolge il compitino senza grossi picchi, le canzoni, punto di forza del primo, sembrano un po’ piatte e poco memorabili, e quasi neomelodico, la trama abbastanza lineare, sketch comici carini pur se telefonati. Diciamo che delle nuove entrate nell’ equipaggio (Loto l’ artigiana, Moni il cantastorie e Kele il contadino) quello più divertente è il kakamora che si unisce a loro. Ho trovato molto fastidiose le scene di navigazione in cui Vajana salta da una parte all’altra della barca nemmeno fosse una circense del Cirque Du Soleil, ma questa è una nota personale. Belle e assolutamente niente da dire sull’aspetto visivo e sull’animazione che toccano vette altissime per i già alti standard disneyani. Ovviamente io sono fuori target per il rated del film ma mi aspettavo qualcosa di più, a conferma del fatto che i sequel siano operazioni difficili da gestire, ma i bimbi si sono divertiti e tanto basta.