Recuperone di un romanzo del Re che non avevo mai letto. Devo ammettere che averlo skippato era stato un grande errore. Ne avevo visto solamente il film, che per certi versi non è male anche se in alcuni passaggi risultava un po’ cringe, e soprattutto non spiegava bene certe dinamiche dei personaggi, nella fattispecie il discorso dell’ acchiappasogni che era buttato un po’ lì, oltre a cambiare la natura di Duddits. 4 amici di infanzia, Jonesy, Hanry, Beav e Pere, provenienti da Derry, ormai adulti e con vite separate, hanno abitudine di ritrovarsi regolarmente per qualche giorno insieme a caccia, nella baita di Pete. Destino vuole che si imbattano in un tentativo di invasione aliena da parte dei Grigi, portatori del Byrus, un organismo infettivo che si annida nel corpo delle vittime e genera un essere dalla vaga forma di una “donnola di merda”, morbo soprannominato Ripley dalle autorità militari per la incredibile somiglianza nella gestazione all’Alien dei film. Mentre il Byrus fa strage, Jonesy viene infettato ma risulta portatore sano, questo a causa di un incidente accadutogli un anno prima. Quello che si scopre nel proseguo è che era già stato tutto previsto dal quinto amico, un ragazzino down chiamato Duddits, dagli incredibili poteri esp, che li aveva in un certo qual modo preparati a quello che sarebbe successo. Ecco, diciamo che posso darmi del cazzone per esserci arrivato così tardi a questo romanzo, perchè rientra effettivamente tra quelli nella parte alta della produzione di King. Al di là del plot narrativo, la scrittura risulta scorrevole ed avvincente, oltre a questo, l’ elemento cardine del romanzo è ciò che risulta sempre vincente nei racconti dello scrittore del Maine e che scatena sempre la magia: il racconto di formazione incentrato sull’amicizia tra ragazzi.