1970. In un college, il Barton Academy, durante la pausa natalizia delle lezioni, un impopolare insegnante di storia antica, Paul Hunham, è costretto dal preside, per cattivi rapporti tra di loro, a restare a balia di 5 studenti, tra cui il piantagrane Angus Tully, in compagnia solo della cuoca Mary, che ha perso il figlio in Vietnam pochi mesi prima. Quando anche gli altri 4 studenti riescono ad andarsene, Paul e Angus, nonostante le loro differenze caratteriali e una ritrosia da ambo le parti, avranno tempo e occasioni per conoscersi e confrontarsi sulle reciproche esperienze, riuscendo ad arrivare a stimarsi l’ un l’ altro, ma anche a insegnarei qualcosa. Alexander Payne porta in scena un film di formazione che oscilla tra commedia e dramma, genere che era tipico del cinema americano degli anni 70/80/90 e che poi si è un po’ perso nel tempo. Molto gradevole sia la fotografia che la pellicola a grana vintage, coadiuvati da una colonna sonora delicata ma adatta. Ciò che però fa la differenza, oltre a dialoghi scritti bene, sono le prove attoriali. Paul Giamatti è perfetto nel ruolo, abbruttito dal trucco e da movenze goffe, in bilico tra affetto per il suo personaggio così patetico e solo ma anche irritazione per la sua ottusità e chiusura verso l’ esterno. Dominic Sessa, al suo esordio, regge bene il confronto calandosi bene nel giovane sfrontato e rompiballe. Brava anche Da’vine Joy Randolph nel ruolo di Mary, abbattuta dalla morte del figlio ma con due palle grosse così, per cui ha vinto l’ Oscar come attrice non protagonista. I tre attori, al servizio del regista, mettono un bel quid in più alla sceneggiatura di David Hemingson.