Lou è uno spiantato che si arrangia come può con furtarelli e piccole truffe, aiutato da una forte sicurezza in sé e una bella parlantina melliflua e ingannevole. Una sera assiste ad un incidente stradale e mentre i soccorsi sono impegnati nel trarre in salvo l’ automobilista nota un freelancer che riprende l’accaduto. Scopre così che c’è un business nel vendere i video di crimini e incidenti alle emittenti televisivi, e decide di cavalcare l’onda. La pellicola, scritta e diretta dal debuttante Dan Gilroy vede Jake Gyllenhaal nel ruolo del protagonista, probabilmente un una delle sue migliori interpretazioni, in un personaggio brutto, sporco (non solo caratterialmente), dotato di una notevole intelligenza ma senza scrupoli o rimorso, solo avido di soldi e posizione sociale, pronto a sfruttare ogni occasione a suo beneficio. La forza del personaggio poi è che nel contempo che lo disprezzi per le sue azioni, pur senza arrivare a essere celebrato come antieroe, è però in grado comunque di creare un attaccamento nello spettatore. Motivo principale è il fatto che non ci siano elementi positivi nel film, né il suo collaboratore (Riz Ahmed), comunque avido, né il rivale Joe (il compianto Bill Paxton), anche lui senza alcun scrupolo, né tantomeno la responsabile dell’ emittente televisiva Nina (René Russo) che incarna il lato voyeuristico e dei media, sempre pronti a buttare in pasto ai telespettatori sangue e crimini efferati in ricerca di maggior audience.