28 Giorni Dopo – 2002
Survivor movie di Danny Boyle del 2002, che in buona sostanza anticipa temi che ritroveremo negli anni successivi in altre pellicole e serie TV, come The Walking Dead, ad esempio, in cui un manipolo di sopravvissuti ad un epidemia virulenta che rende le persone letteralmente dei pazzi rabbiosi aggressivi. Chissà perché quando si riguardano questi film su epidemie mortali la prima cosa che viene in mente è l’epidemia Covid che ci sta tenendo per le palle sospesi da più di un anno, comunque a posteriori è curioso come da almeno un paio di decenni, se non di più, veramente tante pellicole abbiano un argomento simile, e quasi un brividino. Un altro elemento interessante come anticipazione è l’ambivalenza del pericolo, che non viene solamente dagli infetti, ma soprattutto dai tuoi simili, anzi, addirittura da chi dovrebbe proteggerti. Protagonista del film è Jim (Cillian Murphy, qui quasi al suo primo film), che si risveglia da un coma in un ospedale deserto (Rick Grimes può solo accompagnare). E deserte sono anche le strade di Londra, nessun essere umano in vista, da nessuna parte, anzi, diciamo meglio, nessun essere vivente (Rick Grimes ancora tu?). Dopo essere sfuggito ad un attacco da parte di questi esseri pericolosi, si unisce a Selena (Naomie Harris) ed insieme a Frank e Hannah, padre e figlia, fuggono verso Newcastle alla ricerca della provenienza di un messaggio di aiuto delle autorità. Resta sempre, dopo quasi 20 anni un film ben fatto, con una colonna sonora che diventa protagonista nel finale concitato, alzando il ritmo degli avvenimenti. Un paio di pecche si possono trovare nella grana della pellicola, che la invecchia un po’ troppo, e nel repentino e forse eccessivo cambio caratteriale di Jim, che da timido e impacciato negli ultimi minuti è un po’troppo macchina da guerra (pur, in realtà, non compiendo lui materialmente una strage). Ma sono dettagli che non invalidano il giudizio sulla pellicola.
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