La Resa Dei Conti – 1966

La Resa Dei Conti è uno dei molti spaghetti western che sono stati messi in cantiere negli anni ’60, quando il genere imperversava nel panorama italiano, grazie anche ai capolavori di Leone che aprirono un autostrada alle produzioni, con risultati non sempre ottimali ed altri comunque buoni. E questo si può mettere nella seconda categoria, con una sceneggiatura molto classica ma che grazie ad una buona regia, ad un montaggio moderno e al carisma dei due attori protagonisti si eleva sul panorama. Lee Van Cleef è Jonathan Corbett, un cacciatore di taglie sul punto di ritirarsi per tentare la vita politica, trovando l’interesse di un riccone, Brockstone, anch’egli desideroso di diventare senatore e intenzionato a costruire una enorme linea ferroviaria che attraversi il paese, e interessato all’appoggio mediatico del pistolero, per la sua fama di persona retta e incorruttibile. Ma il senso di onore di Corbett lo spinge all’ultima caccia all’uomo, rivolta verso un vagabondo messicano, “Cuchillo” Sanchez (Tomas Milian), accusato di aver stuprato ed ucciso una bambina. Ma durante i tentativi di cattura, visti anche i comportamenti dell’uomo, le sicurezze di Corbett cominciano a vacillare e si insinuano dubbi sulla reale colpevolezza dell’uomo. Sergio Sollima sfrutta al meglio i due attori, regalando due personaggi interessanti, dove al classico uomo di legge irreprensibile affianca un comprimario dai tratti ambigui che ti lascia in sospeso fino al momento della rivelazione della verità. Ciliegina sulla torta, la collaborazione musicale con Morricone, che, anche se non regala una delle sue più memorabili melodie, impreziosisce comunque il tutto.
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