Mickey Rourke, ormai trasfigurato nel volto dopo gli eccessi di una vita e troppi interventi chirurgici, si fa dirigere da Darren Aronofsky e si cala nella parte di Robin Ramzinski, più conosciuto come Randy “The Ram” Robinson, una vecchia gloria del wrestling, che continua nonostante l’età avanzata ad esibirsi in incontri di lotta in piccoli circuiti composti, per lo più, da anziani lottatori come lui. È un uomo segnato da una vita di sperperi, malandato, ormai alle soglie della miseria, e senza uno straccio di famiglia dopo aver abbandonato la figlia, e ha come unica amica e confidente Cassidy (Marisa Tomei), una spogliarellista. Ma il wrestling è la sua unica ragione di vita, il suo angolo sito i riflettori, per dare ancora un senso alla sua esistenza. Tra quelli che ho visto è sicuramente il film più lineare e meno onirico di Aronofsky, con una trama abbastanza semplice ma comunque, grazie anche ad un Rourke perfetto per la parte per l’intensità che ci mette, riesce ad essere comunque convincente e a coinvolgere lo spettatore, non privandosi comunque momenti gore attraverso le varie ferite che i lottatori si infliggono reciprocamente (o autoinflitte) per spettacolarizzare gli incontri, e una colonna sonora rock anni ’80 notevole.
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