“Loro sono con me”. E tutti i cancelli si spalancano per lasciarti entrare, una parola magica come ” Apriti Sesamo” di Ali Babà nella grotta del tesoro dei ladroni.
Cioè, i cancelli non è che si siano proprio spalancati, c’è voluta una bella dosa di contorsionismo e faccia a culo, ma in fondo il concetto è quello. Ma andiamo per ordine. Giorni fa, mi viene proposto di andare a vedere la partita Pisa vs Hellas Verona, valevole per il campionato di serie B. Ora, abitando in un paese di tifosi assidui del Pisa, frequentatori dello stadio, in alcuni casi da generazioni, essendo comunque una partita di cartello della serie B, il Pisa di Rino Ringhio Gattuso contro il Verona di Fabio Pecchia, nelle cui file militano fior di giocatori come Pazzini, Romulo ecc,, fino alla scorsa annata in serie A, essendo una partita di martedì, in un giorno inutile della settimana, e spinto dalla curiosità di vedere con i miei occhi questa curva a detta di molti caldissima, e dalla voglia di vedermi dopo tanti anni una partita allo stadio, ho prontamente accettato. Ovviamente, sorgono subito le prime difficoltà. I biglietti, a causa di una (ancora non avviata) ristrutturazione dell’Arena sono pochi e difficilmente reperibili, in numero ridotto appunto a causa della chiusura di un settore. Infatti finiscono in poche ore, seguiti a ruota da quelli di gradinata e tribuna. Ormai sembrava destino di non andare. Ma, grazie ad un provvidenziale intervento semidivino, riusciamo ad assicurarci un entrata che sa di impossibile. E qui viene il bello. Il contatto che ci ha facilitato, è niente popò’ di meno che un pezzo grosso degli ultras nerazzurri, un capogruppo storico, uno di quelli che hanno dedicato vita, fisico e fedina penale alla vita di curva. Ci troviamo fuori dell’ingresso della curva e gentilmente ci intrattiene per più di due ore, in una intensa e libera chiacchierata su vari temi, più o meno tutti però riguardanti lo stadio. Dai racconti e dalle spiegazioni che ci dava, traspariva veramente l’amore di questo quasi sessantenne per la propria squadra, per i suoi ragazzi, i suoi compagni di tifo, e nel via vai di gente che stazionava fuori dall’ingresso, li in attesa di amici, in attesa di rifocillarsi, o semplicemente che faceva un giro per ingannare il tempo, sarà stato salutato e fermato da almeno un centinaio di persone, da ragazzini poco piu che adolescenti, a persone più attempate. Questo tanto per inquadrare il personaggio, ora impegnato in opere sociali e volontariato per levare i ragazzi dalle strade e da situazioni pericolose. Insomma, una persona che probabilmente in passato è stata anche “pericolosa”, sotto diffida e nel mezzo alle situazioni calienti, ma che comunque vive la propria fede quasi come una missione. Fatto sta che stiamo attendendo l’entrata degli Skonvolts, il gruppo ultras più vecchio della curva. Ed entreremo con loro. Letteralmente. “Appiccicatevi a noi, che entriamo tutti, poi dentro andate dove cavolo vi pare”. Ovviamente la cosa non è cosi semplice. Il blocco all’ingresso organizzato da polizia e qualche addetto della società non è il massimo, pericolosissimo, costringere una massa notevole di persone al passaggio tra ringhiere e un pertugio di venti/trenta centimetri al massimo. Praticamente si entra uno per volta. Il problema sorge quando viene fatto tappo, ovvero si arriva al dunque e non entri senza biglietto, con l’impossibilità di spostarsi per far passare e la gente dietro che, ovviamente, vuole entrare per vedere una partita già iniziata. All’improvviso, da mani amiche ci arrivano i biglietti (in passamano continuo) e felici come bambini riusciamo a entrare dentro lo stadio.
La curva è ben nutrita, tribuna e gradinata idem, non c’e’ il tutto esaurito per i sopracitati motivi di ordine pubblico, ma comunque lo stadio risulta ben folto di gente. Anche da Verona si sono mossi in duecento persone, quindi la loro fetta di curva sud è ben presidiata. Il Pisa era 22 anni che non affrontava in campionato il Verona, e le due tifoserie non si amano, nel retaggio di divisioni politiche di vecchia data. La partita scorre in maniera piacevole, non ci sono goal, e le occasioni non fioccano, nonostante ciò non è mai noiosa, considerando una traversa per parte nel primo tempo e un altro paio di situazioni pericolose da ambo le parti. Le squadre sono ben diverse. Il Verona fa pesare la sua esperienza e un livello medio di giocatori sopra la media, tanti abituati a ben altri palcoscenici, e quando si portano in avanti, soprattutto nelle rare volte in cui hanno trovato spazi, si vede dal tocco di palla e dai movimenti che sono attualmente un gradino superiore. Non per niente sono primi solitari in classifica. E Pazzini,un buon attaccante con un tanta esperienza, ma non certo un Messi, si vede che sa il fatto suo. Dall’altra parte i nerazzurri rispecchiano al pieno il loro allenatore. Una squadra compatta, sempre corta, e anche ben organizzata nelle chiusure e nel recupero del pallone, grintosa ma non eccessivamente irruenta, ben messa in campo. Con due palle cosi, come direbbe Ringhio. Che è veramente un giocatore in più. Io dico che avrà fatto più km lui, in quei dieci metri di spazio davanti alla panchina, di tutti i 22 in campo. Sempre in piedi, sempre quasi alla linea del fallo laterale, per incitare e dare indicazioni ai suoi uomini. Vedendolo, capisci perché qui se lo sono preso a cuore, proprio come quando giocava dà tutto, e spesso conta più questo che tanta sapienza tattica per essere amati dai tifosi. Considerando il momento difficile della società, con un presidente stato ai domiciliari per problemi legali con un altra società a suo carico, che non vuole cedere le proprie quote, che non paga stipendi di giocatori e staff da mesi,i quali non hanno neanche svolto la preparazione estiva, e col calciomercato in entrata bloccato…beh.un pareggio a reti inviolate contro la prima della classe, e all’11° posto in campionato da neopromossa, non si puo lamentare nessuno di scarso impegno. E infatti i tifosi rispondono alla grande. Novanta minuti di cori e applausi alla squadra, e, ho notato che gli aizzatori, quelli che si occupano di far partite i cori e coinvolgere il resto delle persone non affiliati a gruppi a cantare, non risultano eccessivamente pesanti, non offendono chi non canta, come mi è capitato in curva a San Siro a Livorno e a Torino. Sembra veramente una forma più pulita di vivere il dominio della curva, meno minacciosa, e più simile a una festa, considerando che c’erano anche abbastanza bambini li nei pressi, cosa ben rara ora come ora in uno stadio. Spero di avere occasione di verificare in altre partite più in la nella stagione, se la mia impressione è stata giusta o se ho solo avuto fortuna stasera, ma comunque sia, è stata una bella avventura nel tifo nerazzurro.
Qui alcune foto della partita,della tifoseria e dei giocatori a fine gara al saluto alla curva.
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