Ho dovuto prendermi un paio di giorni di riposo prima di scrivere qualcosa, avevo bisogno di superare lo shock. Non che ora sia passato tutto, ma devo occuparmene prima che i ricordi si offuschino.
Partiamo dall’inizio, dalle pre-visite che si sono svolte nella giornata di venerdì, come da consuetudine, presso il maneggio Rio Bravo. Uno a uno, gli splendidi esemplari sono stati passati al setaccio per garantirne la sicurezza e salute, risultando tutti assolutamente idonei. E è balzato subito agli occhi la qualità dei cavalli di quest’anno. La tensione sale subito. Il giorno successivo, il sabato, è la vigilia del palio, è la giornata delle presentazioni ufficiali, della riunione di capi contrada, fantini, mossiere e autorità pubblica per spiegare il regolamento, è il giorno della cena propiziatoria in contrada, e è il giorno di arrivo dello Janne, alias Vomito Ergo Rum, pronto a integrarsi vivendo due giorni da contradaiolo, avido di informazioni, notizie, curiosità, per poter entrare ancora di più nel vivo della competizione.
E cosi iniziano i due giorni più frenetici dell’anno per Buti, quando la tensione raggiunge livelli altissimi, la speranza si confonde con la paura, la voglia di vincere con la delusione.
Sono i giorni di cori, di ralle, di abbracci, di scongiuri, e di risate e di pianti. Perché come ogni competizione, alla fine uno ride e gli altri piangono, cercano una giustificazione, un motivo per comprendere la propria sconfitta. E spesso un motivo c’è, un fantino addormentato,oppure un mossiere disgraziato, o un cavallo che si rifiuta di correre, o i cosiddetti giochi di palio. I motivi possono essere tanti, o anche nessun motivo in particolare, semplicemente doveva andare cosi. In alcuni casi c è un concorso di colpa umana, in altri è il fato, la fortuna, un destino beffardo che influisce sugli eventi. A me piace pensare a una dea dispettosa, che si diverte a guardare dall’alto e intervenire leggermente a favore o sfavore dell’uno o dell’altro, per vedere l’effetto che fa e godersi lo spettacolo. Un po come gli dei dell Olimpo nella Iliade o negli altri poemi mitologici.
Perché altrimenti non si spiega come a volte la beffa sia proprio dietro l’angolo, anche quando hai calcolato tutto al dettaglio, quando hai una macchina quasi perfetta in moto.
E la beffa è amarissima, soprattutto se vedi alzare il cencio la contrada rivale, se sai che entrano nella storia avendo vinto correndo tre batterie, qualificazione recuperi e finale, ed essere arrivati al dunque con un bolide inaspettato.
E la beffa è amarissima, perché mai come questo anno poteva essere l anno giusto.
E invece sarà un anno di ralle da San Rocco.
Ma bisogna solo fargli i complimenti, hanno meritato sul campo la vittoria, lottando fin da ultimo per portarsi a casa il cencio.
Bravi, di cuore.
Ma il prossimo anno vinciamo noi.
Palio 2018
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